Casamicciola Devastata |
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CasamicciolaNews - Cronaca | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Venerdì 13 Novembre 2009 10:39 | |||
Cent’anni di alluvioni: si pensa alle mine per far saltare le zone a rischio crollo ulteriore. All’indomani della catastrofe, non resta che lavar via il fango, rincorrere affannosamente la vita fermatasi una attimo prima che le lancette toccassero sulle 8,25 di martedi 10 novembre. Via la terra, via l’acqua, via il ricordo dagli scantinati, dai negozi e dalle camere da letto. Via le carcasse accartocciate delle auto, via tutto sotto la forza delle ruspe, delle pale che indomite macinano tutto e battono palmo a palmo un territorio stravolto da una valanga che ha tagliato in due Casamicciola dalla montagna la mare. La ferita però resta, restano quelli istanti vividi e al tempo stesso opachi come fotogrammi del cinematografo, resta la certezza di essere scampati alla morte e l’incertezza di un futuro sepolto sotto a tonnellate e tonnellate di acqua e detriti. Più di 150 gli sfollati da Perrone a Via Ombrasco a Piazza Bagni, alla Pera di Basso, al Campomanno, in gran parte alloggiati da familiari e amici e per circa un 1/3, sistemati in hotel ed alberghi reperiti dall’unità di crisi e dal consiglio comunale sempre aperti presso il Municipio. Martedì 10 un gran lavoro è stato fatto dai soccorritori, la prima emergenza è stata affrontata ma nella notte la terra ha lacrimato ancora trascinando giù nuovo materiale e nuovi e residui che hanno avvilito più del giorno precedente. Le Testimonianze Filippo Piro detto Chiappino « Ho perso tutto. L’albergo qui a via Ombrasco, le fonti nel vallone Sinigallia è tutto distrutto, doveva andare così, voglio prenderla col sorriso. Io ed i miei figli, mia moglie, lavoriamo consapevoli che spente le telecamere tutti scapperanno. Mi fa rabbia perché l’ho sempre temuto e denunciato e le mie paure erano quasi prese con ironia. Ho denunciato dei cedimenti nelle cave sovrastanti, degli sversi al Negroponte di tutto quanto ora si è accumulato ed è stato restituito dalla montagna che non ha retto più. Forse non è la causa, ma tutto questo ha aiutato ed ora io vorrei chiedere a quelle persone che hanno ricevuto le mie denunce come si sentono ora che quello che io dicevo è accaduto. Ma orami è andata così! Uno in divisa di quelli dei soccorritori ha detto state calmi, non vi preoccupate il bobcat lo paghiamo noi. Veramente lo paghiamo noi cittadini e in tutto questo voglio ricordarla massima dello Argentino che in una catastrofe in Argentina disse agli italiani che scappavano: Italià non scappare tanto il guaio è nostro!» Anna Mazza dell’Hotel Fiola « La notizia è che dietro dall’altra parte le fonti di chiappino sono tutte sotterrate, quelle dell’Elisabetta sono sotto due metri di terra e fango. Qua non si capisce niente e oggi è più nera di ieri» Sorelle Di Massa « Abbiamo sentito questo rumore forte di acqua che scorreva, poi le auto che galleggiavano trascinate giù. Il fango ci ha portato via tutto,le auto i motorini, la casa è allagata e non sappiamo che pensare è tutto così…» Andrea Picciocchi « Io abito sopra via Ombrasco e lavoro a La Rita nella Cava. Alla Cava ho trovato tutto sotterrato, i detriti all’altezza del finestrino del furgone e qui ho assitito alal morte in diretta e non so come mi sono salvato e come quella lava di fango non mia ha raggiunto nell’auto con le mie bambine. Ora solo realizzo a quel momento non pensavo niente. Stavo scendendo da casa per portare le bambine a scuola la Paradisiello all’improvviso ho visto un Furgone,l’acqua ho pensato forse l’aveva li in mezzo. Poi ho fatto marcia indietro e sono riuscito ad evitare giusto giusto quella massa velocissima che si fiondava verso il basso. Non lo so davvero come non mi ha preso la sopra la salita, cosi vicino. Oggi vedo tutto questo che arriva ancora giù e mi sembra peggio di ieri » Aniello Capuano Soccorritore « Stiamo lavorando da ore ma ci vorrà un mese buono buono e poi bisogna vedere a monte. L’acqua ed il fango ha colpito da per tutto si deve andare gradatamente. La questione è delicata i danni sono stati imponenti e abbiamo visto solo quelli più evidenti. Le conseguenze anche sul territorio non sono state ancora calcolate. Si parla di ipotesi ed interventi da fare ma ora quel che si deve fare per forza è portare via il fango». Pio Scippa:Infermiere dell’unità di crisi Ospedaliera « Abbiamo lavorato incessantemente. Abbiamo soccorso una trentina di feriti, ci sono stati 14 ricoverati. Abbiamo curato il piccolo Nicola di tre anni salvato miracolosamente dalle acque del porto . Abbiamo cercato di fare tutto quanto era in nostro potere dinanzi a questa cosa imprevista e con il problema di colleghi e medici che con la strada ed i porti bloccati non riuscivano a raggiungerci. Purtoppo non abbiamo salvato Anna che è giunta già morta. Non è servito il tentativo di rianimarla con il massaggio cardiopolmonare o di intubarla la terra ed il fango le avevano ostruito la trachea» Tarderà dunque ad arrivare la quiete dopo la tempesta?
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Ultimo aggiornamento Sabato 14 Novembre 2009 20:45 |