Napoli: Tribunale di Nola 26 giugno 2014 ancora senza giustizia le querele in corso
A seguito dell’ennesimo rinvio riflessioni aperte all’Armatore Nicola D’Abundo Caro Nicola, mi rivolgo a te, e sicuro che me lo consentirai ancora, con l’affettuosità di sempre e in forza della profonda convinzione che il dialogo è il miglior mezzo per porre fine ad ogni questione; Ti parlerò di Giustizia, quella che Tu chiedi con le Tue querele e del rito senza fine nel quale siamo precipitati e del quale siamo ambedue vittime.
Sono trascorsi tanti anni dalla data dei miei scritti che hai ritenuto diffamatori ( articoli su “ il Golfo” del 23/5 e del 6/6 del 2007) e tantissimi sono anche gli anni di reciproco “ calvario “ che abbiamo subito per ottenere una sentenza che mettesse fine ad ogni forma interpretativa di quanto da me espresso e che desse ragione ad uno di noi. Agli anni del confronto-scontro sulla carta stampata ed alle occasioni che ci sono state offerte poi dai vari mass media per sostenere le reciproche ragioni, sono seguiti periodi d’indagini preliminari da parte del PM della Procura di Napoli, di impegni professionali dei nostri legali e dei nostri tecnici, di ascolto e di registrazioni di preziose testimonianze; ma anche anni di lunghi rinvii d’ufficio, come l’ultimo che porta l’udienza del 26 giugno 2014 al 26 febbraio del 2015, col rischio di dar vita ad un nuovo percorso che difficilmente potrà essere chiuso nei limiti temporali che la legge prevede. La Tua e la mia richiesta di Giustizia, anche se nessuno dei nostri reciproci studi legali ne ha determinato al negativo il corso, non arriverà; facciamocene una ragione! Siamo, purtroppo, all’interno di un sistema procedurale vecchio e garantista che va oltre i termini della ragionevolezza, che non consente una giustizia rapida e che, per le incongruenze che manifesta, ha bisogno di una revisione sostanziale; e chiede riforme per snellire procedimenti, per eliminare il peso della burocrazia, per ridurre i tempi e le procedure. Queste mie riflessioni contengono elementi di delusione - dopo un’ennesima giornata trascorsa nella sala udienze del Tribunale di Nola, che ancora Ti nega quella giustizia che pur avevi richiesto e che non consente a me di darti una rilettura di quel periodo e di quegli scritti - e registrano una potenziale situazione dilatoria di un processo che difficilmente potrà concretizzarsi in un atto formale della Magistratura nei tempi previsti dalle procedure; ma esse contengono, anche, elementi sufficienti per capire che occorre superare l’attesa del giudizio, per riprendere un confronto tra noi sulle cose che potremmo proporre per la costruzione di una svolta nel settore marittimo che, facendo tesoro di ciò che non va e di politiche regionali sbagliate, trovi un suo naturale sbocco nell’attuazione della democrazia istituzionale e nel rispetto di regole condivise frutto di un reciproco arricchimento tra istituzioni, forze politiche, sindacali ed imprenditoriali, in un libero confronto che non escluda i cittadini-utenti, i destinatari dei servizi Che ne dici, pertanto, di superare le lunghe attese e i nostri reciproci orgogli, stringendoci la mano nel palazzo di Giustizia di Ischia, alla presenza di tutti? Potremmo così riprendere da subito il dialogo e trasformare l’occasione in una conferenza stampa che, se non dovesse risolvere le differenti visioni e posizioni che abbiamo sul sistema dei trasporti marittimi nel Golfo di Napoli, potrebbe almeno servire a dare un nostro piccolo ma significativo contributo alla riforma della Giustizia di cui tutti parlano da tempo e che il Parlamento si appresta a varare nei prossimi mesi, con l’augurio che non venga viziata da interessi di parte In attesa di una cortese risposta,Ti saluto cordialmente Nicola Lamonica
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