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NapoliNews - Intrattenimento
Scritto da Achille Della Ragione   
Martedì 07 Febbraio 2012 15:30

Napoli: Lettera di uno scrittore al suo editore

Caro vecchio amico,
sto leggendo con avidità i  libri che gentilmente mi hai fatto pervenire, in parte aiutato da un architetto, anche lui detenuto e che assieme al senatore Cuffaro costituisce l’esiguo gruppetto di detenuti ospiti di Rebibbia; 3 su 2000 reclusi, in possesso di una laurea.
Ho da poco completato la lettura di “Peramare Napoli” di Renato Nicolini, di cui conto a breve di pubblicare una recensione sulla riviste letterarie alle quali collaboro.

Il volume mi ha particolarmente colpito, non solo per l’amore sviscerato di un non napoletano verso Napoli, la nostra amata città, ma soprattutto per lo stile fluido ed accattivante e per l’eleganza del dettato.
Conto quanto prima di rileggerlo, perché alcune considerazioni mi hanno indotto a riflettere sulle tante problematiche che affliggono una gloriosa ed antica capitale, ridotta al ruolo di capitale della monnezza e della criminalità.
Il mio reparto, il 68, è il fiore all’occhiello del penitenziario, diretto da un’illuminata direttrice e molte sono le iniziative che si svolgono, dalla musica ad un corso di giornalismo, fino ad una piccola elite, che segue il corso di laurea in giurisprudenza, al quale anche io mi sono iscritto, giusto per conseguire la mia quinta laurea.
Quasi tutti lavorano come cucinieri, porta vitto, scopini, piantoni, portapacchi, fabbri, elettricisti, idraulici, pagati con stipendi cinesi. Se per qualche giorno decidessero di scioperare, tutto si fermerebbe.
Molti sono gli ergastolani, gli assassini, i trafficanti internazionali di droga, ma sembrano pecorelle smarrite anche se non redente.
Vi è anche una delle ultime Brigate Rosse ancora in circolazione, un cervellone, che ha creduto e crede ancora, in determinati momenti della storia della necessità di passare alla rivolta armata.
Abbiamo animate discussioni, come pure ho frequenti scambi d’idee con i seminaristi sulla presenza del male nel mondo ed ho messo i dubbio in alcuni di loro la loro fede, non sempre incrollabile.
Non voglio dilungarmi, ma vorrei tornare sulla proposta che ti ho avanzato nella precedente lettera, di editare il mio “Napoli e la napoletanità nella storia e nell’arte”.
L’educatore che mi segue mi ha assicurato che potrò presentarlo in pubblico alla Feltrinelli anche se scortato; immagina il battage pubblicitario che si potrebbe imbastire sulla vicenda: il pericoloso intellettuale che può esprimere le sue idee, anche se in manette.
Pensaci e fammi sapere.
26/1/2012
Achille della Ragione

Ultimo aggiornamento Martedì 07 Febbraio 2012 15:35