Ischia: Passa l’autodemolizione casa Lacerra va giù con le ruspe di famiglia |
ForioNews - Cronaca | ||||||||||||
Scritto da Ida Trofa | ||||||||||||
Mercoledì 17 Febbraio 2010 08:20 | ||||||||||||
Ischia: Passa l’autodemolizione casa Lacerra va giù con le ruspe di famiglia Non è il solito scherzo di Carnevale. L’impressione, come ha detto qualcuno è che « il nostro Paese, sotto la “guida” dei suoi cosiddetti “intellettuali” di riferimento, e con la grancassa dei media mainstream, abbia un talento speciale nell’autoinfliggersi umiliazioni e castighi ai limiti del masochismo collettivo». Così come previsto nonostante la scelta cosciente, coraggiosa di distruggersi la casa con le proprie mani, son tornate le ruspe di Stato per un appalto a base di preventivo che va oltre i 50mila €. Per evitare ulteriori aggravi di costi, meglio, allora, autodemolire. È quanto ha pensato Francesco Lacerra, che abitava nell’immobile di via Baiola finito nel mirino del coordinamento anti abusivismo. Centoventi metri quadrati, fuori legge in quanto seppur condonati sono stati costruiti in zona a vincolo paesistico ambientale. Le ruspe della Procura sono comunque arrivate ieri all’alba sull'isola ed in tarda serata a demolizione avvenuta son giunti altri due demolitori più piccoli archeggiati lungo la strada Borbonica all’ombra del maxi cingolato sbarcato per casa Lacerra. L’autodemolizione era iniziata ieri l’altro ed è continuata anche nella notte con l’ausilio di un Bobcat mezzo a disposizione da Luigi Monti, sino all’arrivo del massiccio spiegamento di forze dell’ordine, carri gru, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, Carabinieri, tre manguste, molti agenti in borghese ad affiancare i circa ottanta agenti della Celere sbarcati già lunedì ed entrati in azione all’alba. Il reparto mobile della questura di Napoli, diretti dal primo dirigente Alberto Francini che hanno accompagnato la una ruspa inviata dalla Procura di Napoli a cui in serata se ne sono aggiunte altre due più piccole, sono però rimasti a guardare, non ci sono stati motivi d’intervento. L'autodemolizione era iniziata, ma l'accordo era che si concludesse in poche ore, eppure sino all’ultimo la pressione è stata tanta per forzare l’accesso al maxi cingolato. La ditta appaltatrice oramai era sbarcata e con non pochi problemi intorno alle sei ad Ischia, era giunta con il traghetto che addirittura per motivi di sicurezza e di portata della stazza sul ponte di discesa ha dovuto affrontare molte traversie per far scendere a terra gli auto mezzi imbarcatisi da Pozzuoli alle 4.00, ed ora non poteva perdere quel lavoro, la prospettiva di un lauto e facile guadagno. All’inizio ogni tentativo di ragionare, opporre le promesse verbali di De Chiara rilasciate il week end precedente, erano apparse vane. “Purtroppo c’è l’ordine”, ribadiva il responsabile della società incaricata dell’abbattimento. Scene di rabbia, panico e tensione si sono vissute. Alcuni familiari hanno gridato la loro rabbia inveendo contro la foga di volere agire a tutti i costi infrangendo alla disponibilità e l’atto di coraggio dei Lacerra. Si è cercato di raggiungere il sindaco Regine per un conforto, il cellulare, però, era muto. Ma dopo i tentativi le forzature, i continui dai e vai al telefono con il PM De Chiara che ha preteso una relazione ogni ora si è lasciato proseguire i demolitori Lacerra, tutti hanno collaborato, ogni cosa è stata portata via in fretta, mentre dall’alto i funzionari della procura, su tutti il dottor Valenete Gabriele, gli impresari della ditta che non ha potuto eseguire il lavoro già finanziato, il capannello di curiosi assiepati ovunque, i giornalisti assetati di sapere ogni dettaglio. Alle 8.00 la casa era stata praticamente distrutta, le sue strutture portanti lesionate irreparabilmente, ma la ditta non mollava, Mariagrazia Di Scala neppure. La grinta del Presidente Monti della gente è stata però più forte, il Monti ha subito inviato un secondo o automezzo sul posto e con pochi e ben assetati colpi la casa è stata ridotta ad un cumulo di macerie, accartocciata su se stessa in meno che non si dica. Alle 15.00 quella che fu una casa è diventato un cumulo di macerie e di devastazione. Un tiro di pala nel punto debole, su verso la trave della cameretta della piccola e tutto quel che restava del solaio è crollato su se stesso. La determinazione di finire in tempi rapidi è stata più forte di ogni cosa, anche del dolore per quel che si stava facendo, si stava distruggendo la casa di un ragazzo, di un amico, la casa del popolo, eppure la volontà di dare un segnale è stata più forte anche delle avversità e dei tanti problemi al datato demolitore di Luigi Monti che addirittura ha ovalizzato il piccione e per questo perdeva in continuazione la unta del piccone ed alla fine ha forato un tubo del sistema di lubrificazione. Grande collaborazione da parte dei Pompieri che hanno messo a disposizioni cesoie e speciali flex per tagliare il ferro che intralciava le attività. Dopo l’abbattimento ha dichiarato il dott. Valente: “Ora proseguiranno a secondo di come sono organizzati loro!”. Così la ditta lacchese ha deciso di richiedere l’intervento del chimico ed del biologo per lo studio del materiale inerte depositato e l’individuazione di apposite discariche. Si riprenderà così oggi alle 8.00 per preparare il terreno alla rimozione anche delle fondamenta. Mentre dinanzi tutta l’amarezza, la distruzione del sogno di una vita Nicola Lacerra esternava i suoi auspici “speriamo che tutto si fermi!”. Luigi Monti per evitare almeno l’aggravio delle spese si auto proponeva: “Autodemolizioni per tutti almeno a bilanciare il sostanziale disinteresse e scarica barile delle istituzioni. Io sono pronto per aiutare tutti questi isolani etichettati e colpiti come i peggiori malviventi. Scaricati da chi li ha resi tale!”. Tecnicamente ieri si è avuta una grande apertura della Procura che è venuta incontro alla gente. Ora la ditta vincitrice di appalto potrebbe rivalersi in danno…l’appalto c’era! Per Mastù peppe è chiaro: “Ci vuole il mitra! Ti distruggono, ti tagliano le gambe e ti lascino a guardare, senza che tu possa andare avanti. Che male faceva questa casa. Buttano giù le case e mandano la gente per strada con tutti i problemi che ci sono”. Così è iniziata e si è conclusa in un lampo la demolizione dell’immobile Lacerra con la compagna continua ad occupare la sala della Giunta comunale di Forio con un letto ed i suoi familiari. Al momento non ci sono problemi di ordine pubblico. La polizia sta vigilando sull’area di cantiere. “Su consiglio del avvocato Maria Grazia Di Scala ho deciso di autodemolire l’immobile, costruito con il terzo condono e gravato da una sentenza penale passata in giudicato, con pena accessoria alla demolizione- spiega Chiccone. Con molta dignità ho deciso di ottemperare agli obblighi di legge evitando inutili atti violenti che non fanno altro che creare ulteriori problemi- poi aggiunge Francesco abbiamo ricevuto in offerta dal vice sindaco del Comune di Forio, non del sindaco che no si è fatto vedere, di lasciare la sala della giunta comunale e di trasferirci in albergo a spese del Comune. Gli abbiamo risposto di tenersela perché ci serve una abitazione sicura, come quella che siamo stati costretti a demolire. Ho una figlia di otto ani a cui assicurare un futuro ed un bimbo in arrivo. Allora ci stiamo organizzando per una lunga permanenza”. Perché “nun po’ furni accussi. Francesco non si muove da qui!”- evidenzia la cognata. Da Luigi Impagliazzo intanto i camion vanno e vengono a portar via lo sfratto e Luigi sempre affianco di Francesco evidenzia: “Io non potevo morire in silenzio. Sapevo che sarebbe accaduto ed ho scelto che fosse in maniera forte e rumorosa”. In municipio lunedì notte han dormito in tanti, Chiccone e Valentina son caduti in un sonno profondo. “Domenica non ho chiuso occhio non mi era mai capitato in vita mia. Sono così stanco” A casa Lacerra a Baiola altrettante persone sono andate avanti con al demolizione nell’ultimo giorno in quella casa tanto amata. Stanotte si è continuato a dormire in municipio mentre a Baiola solo Polizia e ruspe. Ora qui no si dormirà più si lavorerà per creare un simbolo, quello che in futuro la piccola Lacerra guarderà come il fondo che ospitò la sua cameretta, il suo ultimo compleanno 24 ore prima che gli distruggessero la sua stanzetta con Winney the pooh. La terra della speranza prima della fine poi. Pongo resta! Il cane ha vagato spaesato e perso tra le rovine, cercava affetto qualcuno che lo riconoscesse, si aggirava confuso e dirgli: vai torna a casa sembrava una presa in giro. Uno scherzo di carnevale.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 18 Febbraio 2010 17:38 |