Ischia: E la chiamano estate… |
IschiaNews - Cronaca | |||
Scritto da Tina Taliercio | |||
Mercoledì 18 Giugno 2008 16:42 | |||
Ischia: E la chiamano estate… Cercasi tratto di spiaggia libera pulito, con cestini per la raccolta dei rifiuti e senza il rischio di "palloni volanti". Si chiede troppo? Zoom sul cosiddetto ordine pubblico, specificamente sulle spiagge. Quale l'Organo competente? nazionali (crisi economica e conseguente crescita del PIL praticamente azzerata, stipendi oramai patetici, potere d'acquisto ripiegato su se stesso) e internazionali (petrolio alle stelle, crisi economica internazionale, terrorismo, guerre folli e insensate), probabilmente nessuno di noi avrebbe potuto prevedere una stagione turistica 2008 addirittura ai minimi storici. La crisi dei rifiuti, che ha SOLO raggiunto l'apice nell'autunno scorso, ma che si trascinava latente da tanti anni, ha aggravato una situazione già seriamente compromessa. Cosa restava da fare, se non rimboccarsi immediatamente le maniche e mettere la questione ambientale a tutto tondo in primissimo piano nell'agenda, sforzandosi di acquisire – meglio tardi che mai – quella eco-coscienza di tutela del territorio, del mare e dell'aria, che ha costituito senza dubbio l'asso nella manica di altre località, italiane e non? Cercare di recuperare il tempo perduto, mettere finalmente ordine nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti, investendo anche nelle risorse umane, oltre che in tecnologia, perché ponessero la massima attenzione all'aspetto ambientale e offrissero al visitatore un'immagine PULITA sia dal punto di vista sanitario che urbanistico, avrebbe fatto la vera differenza, dimostrando che anche all'interno della stessa provincia possono esistere realtà molto diverse. Sappiamo bene, d'altronde, che la realtà isolana ha perlomeno 6 facce, tante quanti sono i Comuni. E, in effetti, la situazione-rifiuti era ben diversa dall'uno all'altro. Nello specifico, ad Ischia Porto non esisteva (!) la raccolta differenziata, ma l'Amministrazione in carica si è attivata per attuarla in tempi brevi. In primavera questa è gradualmente iniziata, infondendo non poche speranze di miglioramento generale dello status quo. Le strade, con frequenti alti e bassi, hanno cominciato ad essere meno intasate di rifiuti, sebbene invece la presa di coscienza collettiva sulla responsabilità che ciascuno di noi ha nella tutela dell'ambiente sia ben lungi dall'essere perlomeno sufficiente. Ma cosa è successo sulle spiagge? La conseguenza è stata decisamente paradossale: "Ora che c'è la raccolta differenziata, bisogna dare il buon esempio, togliendo i cestini di rifiuti indifferenziati dai tratti di spiaggia libera", si saranno detti i solerti amministratori comunali. Bene, anzi ottimo. Certo, perché l'umido non va raccolto con la plastica, il vetro, il secco e così via. Cosa avrebbe dettato un minimo di banalissimo buonsenso? Che, contestualmente all'eliminazione del bidone-raccoglitutto, venissero insediati bidoncini per la raccolta differenziata, riportanti ciascuno la scritta (per cortesia, almeno anche in inglese!) del materiale destinato a ciascuno. Ma sarebbe stato troppo. Troppo logico, troppo coerente, troppo GIUSTO. Molto più "pratico" non mettere nulla in sostituzione del vecchio bidone unico, così che la nostra mediocrità trovi sempre nuova linfa di cui alimentarsi e il territorio – nello specifico le spiagge e il mare – soffra "adeguatamente". E infatti lo scenario è disastroso: i tratti di spiagge pubbliche sono letteralmente coperti di spazzatura di ogni genere, camminare sulla sabbia è difficile (oltre che rischioso, visto che potrebbe esserci davvero di tutto) e coloro che mostrano senso di responsabilità ambientale (purtroppo la minoranza dei bagnanti) vagano in lungo e in largo sui litorali con in mano bottiglie o lattine vuote, residui di confezioni di gelati, pizze e quant'altro si produca normalmente in una giornata al mare. Alla fine della vana ricerca, non resta altro che mettere tutto in una propria borsa e portarlo con sé a casa, per destinarlo finalmente ai contenitori idonei. Il resto dei bagnanti, invece, non si lascia turbare dal problema, lasciando disinvoltamente tutto sulla spiaggia, così che poi anche il mare, alla successiva alta marea, possa "goderne". Due pesi, due misure, peraltro, tra le spiagge e le strade: qui sono stati lasciati i cestini indifferenziati, in cui viene riversato di tutto. Quale il criterio di scelta? Per strada lasciamo tutto alla vecchia maniera, ignorando completamente l'adozione ufficiale della raccolta differenziata, mentre in spiaggia ignoriamo la raccolta differenziata ma vogliamo superarci: ignoriamo anche la RACCOLTA stessa! Va anche detto che, naturalmente, di un minimo di sorveglianza da parte di qualsiasi rappresentante delle forze dell'ordine non si parla neanche: e questo lo sanno benissimo le bande di ragazzi e spesso di giovani adulti, che trasformano le spiagge libere in pseudo-campetti di calcetto e pallavolo, disturbando vistosamente e in modo molto cafone i bagnanti, mettendo a rischio l'incolumità in primo luogo dei bambini e degli anziani, spesso colpiti da violente pallonate, che comunque non distolgono questi individui, evidentemente muniti di scatola cranica senza contenuto, dal continuare nella loro becera esibizione. Intravvedere di tanto in tanto un vigile urbano aiuterebbe a non subire questi comportamenti da teppisti, privi del minimo senso civico. Così come verificare di tanto in tanto la presenza di incaricati del Comune che ripuliscono le spiagge, sarebbe di grande utilità e aiuterebbe anche dal punto di vista dell'immagine nei confronti dei turisti. Andare al mare e godere degli straordinari benefici che questo regala, è diventata ad Ischia davvero un'impresa. Di relax e benessere neanche a parlarne e, se i ragazzi maleducati e poco dotati intellettualmente sono impossibili da "depositare" negli appositi contenitori, la raccolta dei rifiuti potrebbe invece essere attuata brillantemente e con pochissima spesa. Speriamo almeno che l'annunciata campagna-stampa nazionale di sensibilizzazione della popolazione verso un comportamento più responsabile riguardo ai rifiuti, di cui il grande Pino Daniele sarà il testimonial, giochi il suo ruolo e riesca finalmente ad innescare la marcia del cambiamento.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 14:08 |