Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, un eroe da non dimenticare. |
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche | |||
Scritto da Caterina Sepe | |||
Martedì 03 Luglio 2007 19:52 | |||
Il ricordo dei Martiri Ischitani per la liberta' del 1799 e del 1848 Il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi al Centro di Ricerche Storiche D'Ambra * Un eroe da non dimenticare * Un'altra serata di grande interesse e storicamente viva da ascriversi al Centro Ricerche Storiche d'Ambra. Il meeting tenutosi presso la sede del Centro a Forio, ha voluto celebrare il Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, uno dei più autentici artefici del nostro Risorgimento e dell'Unità d'Italia. La sala – con la preannunziata dominante di camicie rosse: un omaggio all’illustre Ospite - esponeva una ricca mostra di immagini e di documenti dell'epoca (oltre 50 pezzi), testimonianza della presenza del Generale sul nostro territorio, incentrata principalmente sui rapporti tra Garibaldi e l'Isola d'Ischia. L'avv. Nino d'Ambra presidente del Centro e fautore del meeting, ha intrattenuto gli ospiti illustrando i vari documenti e ampliandone il contenuto storico-politico. L'esposizione di diverse vignette, sempre contemporanee allo svolgimento degli avvenimenti storici, eseguite da Antonio Manganaro ed Enrico Colonna, due splendidi vignettisti politici napoletani attivi nella seconda metà dell'Ottocento e dimenticati dall'ufficialità.La sala gremitissima ha accolto con un caloroso applauso l'ospite d'onore Giuseppe Garibaldi junior (discendente diretto di Giuseppe ed Anita) e di sua moglie Flavia. L'avv. d'Ambra ha aperto la serata leggendo con voce appassionata uno stralcio di quanto scritto nella prefazione del suo libro "Giuseppe Garibaldi: cento vite in una" e che così recita: <<Non appare lontana dal vero la considerazione che Garibaldi fu il più amato dei condottieri, il più grande suscitatore di entusiasmi e di ideali; forse il solo che di amore e di entusiasmo fu inondato durante tutta la sua esistenza. Sentimenti che non sono mutati col passare degli anni se non nell'animo di chi è rimasto tropo lontano dagli intimi risvolti delle sue scelte di vita>>. A queste parole ha fato eco "L'Inno di Garibaldi" magistralmente interpretato dallo splendido Gruppo Musicale composto: da Gaetano Maschio(baritono), Filomena Piro (soprano), Silvano Trani (pianoforte) e Gennaro d’Avanzo(tromba). L'audience ha risposto con un grosso applauso di pieno consenso. E' seguito il momento delle "voci" sempre dell'epoca, attraverso le parole dei vari "attori", quali testimonianze autentiche dell'amore sincero delle masse popolari per Garibaldi. Esse vedevano in Lui - come spiegava Nino d'Ambra - il vero <<Eroe del Popolo>>, puro e privo di ambizioni, lontano da quelle scostanti ambiguità proprie degli uomini di potere, che anteponeva sempre l'Ideale in ogni sua decisione, anche quando significava dolorosa rinunzia per sè e per le persone a lui care. Rosa Genovino, vera "linguista" del dialetto napoletano, ha letto con molta efficacia l'articolo pubblicato in dialetto su un giornale popolare , dell'arrivo di Garibaldi a Ischia e quello relativo alla sua partenza da Casamicciola nonchè l'indirizzo di saluto, pieno di calore umano, del popolo napoletano a Giuseppe Garibaldi, quando giunse nell'Isola d'Ischia nel giugno del 1864, documento ripreso da una trascrizione dell'epoca: "Lo popolo napolitano a Zi' Peppe sujo". Nell'aprile del 1864 Garibaldi fu accolto trionfalmente a Londra. Leggiamo uno stralcio dell'articolo tratto da "The Weekly Dispatch" del 17 aprile 1864 :<<Non ci sono stati cortei, nè decorazioni, nè archi di trionfo, nè illuminazioni.....;..e un milione di persone lasciò spontaneamente il suo lavoro quotidiano per guardarlo in viso e per dirgli quanto lo amava e lo ammirava...>>. E "l'effetto Garibaldi" continuò nei salotti dell'aristocrazia, sui luoghi di lavoro, negli uffici pubblici - spiega l'avv. d'Ambra - mentre i poeti popolari continuavano a comporre canti inneggianti più alle qualità morali del Generale che alle sue gesta di condottiero. Il canto "Roma Napoli Londra" di autore sconosciuto, rinvenuto da d’Ambra negli scaffali non polverosi de The Manchester Central Library della città di Manchester, è uno dei più suggestivi. Le voci di Caterina Mazzella, Rita Agostino, Cecilia Mattera, tre cariche istituzionali della Fidapa, hanno testimoniato con efficacia il pensiero delle tre città concepite dall'autore come tre sorelle, tre Regine. La prima Regina, Roma, è riconoscente a Garibaldi perchè la salvò dai francesi; la seconda, Napoli, per averla resa libera dalla schiavitù borbonica e dall'ingiustizia dei preti; la terza, Londra, così si esprime:<<E' vero, io non devo a lui nè gratitudine nè amore//egli non difese le mie mura o spezzò le mie catene;//ma io ho catene terribili da temere, catene di uno spietato nemico//il cui culto è universalmente praticato://quel comando tiranno di Re-Mammona (il Dio-Denaro),//peggiore degli stessi Francesi e degli stessi Borbone!//Quale essere vivente ha mai gettato tale culto universale//così in basso, calpestandolo sotto i suoi piedi,//come quest'uomo?//>>. Attualita’ del pensiero politico di Garibaldi L'avv. d'Ambra ha poi parlato dell'attualità del pensiero politico lungiveggente del personaggio storico, ricordando, fra l'altro, il suo "Memorandum alle potenze d'Europa" (redatto a Napoli nel 1860 , subito dopo la spedizione dei Mille e pubblicato il 20 ottobre 1860 sul giornale "La Libera Parola di Napoli") , letto con la consueta bravura dallo studente Massimo Colella. E come non considerarlo un precursore dell'Europa unita quando scrive: <<...Supponiamo che l'Europa formasse un solo Stato...>> o quando parla di una confederazione europea dicendo che "..... tutte le nazionalità divise ed oppresse; le razze slave, celtiche, germaniche, scandinave, la gigantesca Russia compresa, non vorranno restar fuori di questa rigenerazione politica ...". La non lunga permanenza di Garibaldi a Napoli - continua d'Ambra - ebbe come conseguenza una ricca produzione legislativa, fra tanti provvedimenti ricordiamo l'istituzione di un collegio gratuito per ragazzi poveri; l'istituzione di una giuria popolare nelle cause penali; il blocco degli sfratti e il divieto di cumuli d'impiego; penalità per chi denunziava falsamente un borbonico;provvedimenti per favorire la libertà di culto; l'abolizione del gioco del lotto (mai eseguita!). Ed un'altra battaglia del Generale fu la sua proposta del voto alle donne che scatenò l'ira dei giornali clericali, dove fu scritto di tutto con anatemi di ogni genere contro il genere femminile, come si può evincere dallo stralcio di un articolo preso da un giornale clericale dell'epoca, che è stato letto dal nostro studioso appassionato di Garibaldi, Nino d'Ambra. Ancora, la prof.ssa Anna Verde ha dato voce con indubbia maestria, alle parole scritte da una giovane giornalista Francesca Soligo, dopo la visita di una Mostra di cimeli garibaldini, durante la quale le è passata davanti la storia di Garibaldi nella parte migliore della sua vita. L'articolo ha come sotto titolo "Un eroe la cui esistenza si colora di leggendarie sfumature" e, come giustamente lo ha definito Anna Verde, è una dichiarazione d'amore a questa gigantesca figura di uomo. "Forse più che le gloriose gesta di guerra fu la sua bontà a renderlo un eroe popolare, il cui nome era sulle labbra di tutti, la cui immagine infiammava gli animi della gente. Dedicò la vita ad un ideale e sempre la sua mente e il suo cuore furono tesi verso un'Italia indipendente e degna di un destino superbo". Giuseppe Garibaldi jr. e il bisnonno Caterina Sepe
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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:00 |